In Friuli-Venezia Giulia con Valentina2006, Edizioni Piemme - MilanoI sogni dei bambini _Io farò l'architetto._Io l'ingegnere. _Io la stilista. _Io l'antropologo. _Io il sindaco. _Io il pilota di aerei. _Io la ricercatrice….ma non so ancora di cosa. Tra i desideri dei miei compagni ce ne sono anche di più semplici. Per esempio, c'è chi vuole fare il tassista, chi l'idraulico e chi la maestra. Quanto a me, ho sempre detto che vorrei diventare giornalista o scrittrice, perché mi piace raccontare. Insomma vorrei suscitare curiosità, interesse, e far nascere emozioni. Ma anche aiutare le persone a capire che cosa succede nel mondo. _Come se fosse poco! _ mi dice Ottilia. _Voglio almeno provarci _ le dico io. Secondo me, tutti i bambini e tutti i ragazzi dovrebbero coltivare un sogno. Anche se è strano, bizzarro, o addirittura impossibile. Se ci credi davvero, chissà, forse un giorno potrebbe realizzarsi. E non bisogna lasciarsi scoraggiare da chi dice: _Sono solo fantasie. Queste cose le dicono quelli che non sanno sognare e vorrebbero che anche gli altri smettessero di farlo. Ma chi sogna, ha una meta da raggiungere, l'importante è che non si lasci distrarre. "E basta anche soltanto avvicinarsi al nostro sogno", ci dice Linda, la mia prof di lettere. Io, per esempio, non so se scriverò un romanzo capace di emozionare il mondo e di rimanere a lungo nella memoria delle persone. Ma spero di trovare parecchi lettori che, scorrendo le mie pagine, dicano: "Scrive proprio quello che penso io". Oppure: "Toh, a questo non avevo mai pensato". Insomma, mi piacerebbe rassicurare e sorprendere nello stesso tempo. Le parole esistono proprio per questo, no? A volte mi domando se un giorno mi capiterà di ritrovare i miei amici. Voglio dire, quando saranno grandi e magari saranno sposati e avranno dei figli. Allora chiederò: "Sei riuscito a fare ciò che volevi? Hai poi coronato il tuo sogno? Sei soddisfatta? Sei deluso? Ti è successo qualcosa che non ti aspettavi? Quanto a me…. Quanto a me, chissà! Devo dire che io non penso poi molto a quando sarò grande. Ho già abbastanza da fare ora. Tra la scuola, gli amici, i viaggi, il mio Tazio e i genitori da accontentare, la mia vita è già affollata di impegni e di responsabilità. Al futuro penso più che altro la sera, quando vado a letto. Mi riservo sempre un po' di tempo per me prima di addormentarmi, e faccio il bilancio della giornata: da una parte le arrabbiature, dall'altra i momenti di felicità che sono riuscita a conquistarmi. E mi immagino grande, quando oltre a guardare avanti, mi capiterà di voltarmi indietro. _Valentina, crescere è troppo complicato _ sospira Ottilia quando le cose le vanno bene e vorrebbe fermare il tempo per non rovinarle. _Ci sono troppe incertezze. _Meno male _ le dico. _Pensa se tutto fosse già scontato e stabilito....che noia. Ma adesso mi fermo e vi spiego perché mi sono lasciata andare a tutte queste riflessioni. Una settimana fa mia madre entra con un gran sorriso nella mia camera e mi dice: _Valentina, ho appena ricevuto una telefonata. _Di chi? _Di una mia ex compagna di liceo. _Come si chiama? _Sara. _Non me ne hai mai parlato... _E' che non mi è più capitato di ripensare a lei. Ora mi ha cercata e mi ha fatto tornare alla mente anni anni che ricordo con tenerezza e nostalgia. _Ti ha invitata a mangiare una pizza insieme? _Oh, no. Sara abita a Trieste e mi ha invitata ad andare a trovarla. _E tu cosa le hai risposto? _Che mi piacerebbe rivederla. Mi ha detto che vorrebbe farmi visitare la sua regione, della quale è molto orgogliosa. Mi accompagneresti, Valentina? _ Un viaggio solo io e te! C'è bisogno di chiederlo, mamma? |